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CUORE A METÀ


CUORE A METÀ

Script by Stefano Carriero and Francesco Ebner


Questa è la storia di un bambino. La storia di un amore. La storia di una generazione.


Questa è la mia storia.


Erano i primi anni 80. Io ero piccolo. Roma non era come la conosciamo oggi, i colori ed i sapori erano differenti. Nei vicoli del centro non c’era l’odore acre dell’aglio fritto di oggi. Passeggiando la sera al tramonto, si vedevano le anziane signore che ripiegando le loro sedie, si apprestavano a prepare il sugo per il pranzo della domenica. Anche gli stessi sanpietrini sembrava avessero un colore differente.


Quante cadute, quante risalite su quelle pietre.


Il profumo del terreno per la pioggia appena passata, e poi quelle voci.


“Dai piccoletto, vieni su che zia ti ha preparato i carciofi fritti che ti piacciono tanto.”


In realtà non era la mia vera zia. Lei era la mia dirimpettaia. Ma ai quei tempi, i vicini di casa erano tutti zii. C’era un accordo tacito tra gli anziani del quartiere di sorveglianza dei più piccoli, come un branco di quartiere. Anche se non ce ne rendevamo conto, noi eravamo controllati sempre e comunque. Poteva essere il vecchio del giornalaio all’angolo, oppure quelli del Vino ed Olio di fronte casa, oppure l’Alimentari sulla piazza. Ma potevamo stare certi che qualsiasi cosa noi avessimo fatto, di buono o di sbagliato, i nostri genitori lo avrebbero saputo nel giro di qualche minuto. Erano altri tempi. Le porte del nostro appartamento erano sempre aperte, così come quelle dei vicini. I condominii in quegli anni erano delle vere comunità tra persone.



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